Macchina da Presa e Sahera Dirbas


Prima nazionale di “Una Manciata di terra” film-documentario della regista Sahera Dirbas.

Dopo il successo di “Estraneo a casa mia, Gerusalemme” l’associazione culturale Macchina da Presa, con la collaborazione del cineclub Vittoria, lunedì 13 luglio alle ore 21.00 presenterà al cinema Vittoria di Casagiove (CE) il film-documentario "Una manciata di terra" di Sahera Dibas.

Alla proiezione sarà presente la regista; l’introduzione sarà a cura di Francesco Massarelli del cineclub Vittoria e di Giovanni Santamaria, presidente di Macchina da Presa; interverrà l’arabista Rino Cipriano.

Ingresso libero (gratuito)

Seguirà il dibattito moderato da Annachiara De Pippo (scrittrice).

“Una manciata di terra” è la storia di famiglie palestinesi del villaggio di Tiret Haifa (oggi Tiret al Karmel) fuggite o cacciate via dalla loro terra nel 1948 e da allora sparse tra Cisgiordania, Siria e Giorgania.
Attraverso un pugno di terra di Tiret Haifa che passa di mano in mano, il film racconta il passaggio della memoria collettiva palestinese dalla prima generazione di profughi all’ultima e il rapporto, spesso molto diverso tra padri e figli, con la terra di origine.

Scheda film

UNA MANCIATA DI TERRA di Sahera Dirbas
Palestina, 2008, durata 52 minuti, sottotitolato in italiano.
Riprese: Khalil Saade, Jamel Khadamani, Adel abedil Quader
Musica: Rimon Hadad
Traduzione: Bilal Dirbas

Il documentario di Sahera Dirbas è un prodotto esemplare di "storia orale": la storia di una famiglia, di un villaggio, dei protagonisti e di coloro che i racconti della nakba li hanno ascoltati per anni e anni, come l'epica di un popolo.
E', inoltre, la descrizione degli elementi determinanti della cultura palestinese: il rapporto con il mare, con gli alberi di olivo, con la famiglia, con il canto. E con la terra, ovviamente, declinata secondo un vocabolario dell'olfatto e dell'erbario palestinese: la terra che si sposta, dentro un sacchetto di plastica, da Tiret Haifa e raggiunge Ramallah, la Giordania, la Siria.
Se i rifugiati non potranno tornare a Tira, sarà la terra ad andare da loro. Se non potranno essere seppelliti a Tira, la terra di Tira sarà comunque sotto la loro testa, nell'ultimo riposo.
La regista ha dedicato questo lavoro al padre che nel 1948 fu costretto, assieme a tutti i palestinesi, ad abbandonare Tiret Haifa, la città da cui lei stessa proviene.