Argentina Hijos Tour. Una riflessione.

Tre giorni per ricordare l’Argentina e gli anni più bui della dittatura, tre giorni per non dimenticare i 30.000 desaparecidos, le torture inumane e il dolore di un’intera generazione.

Mutamenti società cooperativa, in collaborazione con Arci Caserta, Librerie Pacifico e Mitreofilmfestival, presso la sua sede organizzativa OfficinaTeatro di San Leucio, ha organizzato tre giorni di spettacoli, proiezioni, mostre e testimonianze per dar voce ad un dramma poco conosciuto, soprattutto tra i giovanissimi.






“Argentina Hijos Tour” nasce così dai direttori artistici di OfficinaTeatro, Roberto Solofria e Michele Pagano, che dal 9 all’11 maggio hanno aperto le porte del loro spazio a tutti coloro che volessero sapere cosa è realmente accaduto tra il 1976 e il 1983 in Argentina, quando le Forze Armate rovesciarono il governo di Isabelita Pèron instaurando la dittatura militare, dove lentamente, in sordina e con la complicità internazionale, ebbe inizio il più grande genocidio della storia argentina.

Il “tour” inizia venerdì 9 maggio alle 19.30, con la presentazione dell’evento da parte dei direttori artistici, e la proiezione del documentario “Sai chi sei?” del regista Fulvio Arrichiello, che ha indagato direttamente sul campo, raccogliendo la testimonianza di Estela, madre di Laura Carlotto, desaparecida negli anni della dittatura, e impegnata oggi nella lotta per il riconoscimento dei figli “rubati” alle madri desaparecide e affidati alle famiglie dei sequestratori. Il dibattito con il regista, subito dopo la proiezione, è stato mediato da Pietro Nardiello, addetto stampa di OfficinaTeatro, che ha sottolineato i punti salienti dell’analisi attenta del regista ed ha così avviato alla discussione con gli spettatori. Alle 21.00 Giovanni Meola presenta al pubblico di San Leucio “Il sulfamidico”, un suo monologo teatrale sugli anni della dittatura, interpretato da Enrico Ottaviano. Un’interpretazione intensa, che lascia il pubblico commosso, stordito dalla durezza dei racconti delle torture e delle sofferenze subite da coloro che poi scompariranno nel nulla e non saranno più ritrovati.

Sabato 10 maggio, giornata che doveva vedere Italo Moretti come ospite, è invece obbligata ad uno stravolgimento di programma: il giornalista Rai e scrittore romano purtroppo è costretto a dare forfait due giorni prima per un’improvviso malessere della moglie, la sua e-mail sarà letta agli spettatori, come da sua richiesta, per scusarsi della dissertazione involontaria. Al suo posto Gianni Cerchia, storico di notevole peso, che illustra il periodo storico e lascia un quadro terribile e a dir poco sconfortante dell’Argentina di inzio anni ’80. La parola passa a Carlos Bustamante, presidente dell’associazione Italoargentina e invitato dagli organizzatori come portavoce dei 30.000 desaparecidos: scomparso per tre anni, anch’egli rapito improvvisamente, e liberato con la caduta della dittatura, Carlos racconta quanto pesa essere uno dei pochi sopravvissuti di quello strategico progetto di distruzione militare; con grande sforzo, tra le lacrime, parla dei suoi anni di prigionia e delle torture, nella commozione generale di una platea attentissima e coinvolta, non trascurando il minimo dettaglio, e rendendo tutti partecipi dell’immensa felicità arrivata da pochi giorni: la notizia di avere una figlia di 27 anni al suo paese, che lo stava cercando da chissà quanto tempo. L’emozione è grande, e Carlos è subito travolto da mille domande. A mediare l’incontro Biagio Napolano, dirigente Arci, anch’egli emozionantissimo e sorpreso dalle rivelazioni dell’ex desaparecido argentino. Il secondo spettacolo proposto dall’Argentina hijos tiour è Desapariciòn, tratto da “Le solite cose” di Massimo Smith, “Ascoltare Mozart” di Mario Benedetti e “Le irregolari – Buenos Aires Horror tour” di Massimo Carlotto, per la regia e l’interpretazione di Roberto Solofria, e con Antimo Navarra. Con l’Horror tour di Buenos Aires si attraversano i luoghi dove sono scomparse molte persone e dove venivano recluse, i cosiddetti campi di detenzione clandestini. Ancora una volta per il pubblico è grande coinvolgimento, forte trasporto emotivo e incredibile suggestione ascoltare le vicende reali, nude e crude così come sono avvenute, di personaggi realmente esistiti e spariti nel nulla.

Domenica 11 maggio, conclusione della tre giorni, l’organizzazione sceglie una chiusura diversa, dopo tanto coinvolgimento, Officinateatro per due ore diventa una milonga: si balla il tango argentino, e tutti sono invitati ad abbandonarsi a questa sensualissima danza. I direttori artistici danno il saluto finale agli assidui frequentatori dell’iniziativa e ai curiosi, lasciandoli al debutto nazionale dell’ultimo spettacolo in programmazione, Nunca màs, scritto e diretto dallo stesso Michele Pagano, con Ilaria Delli Paoli e Antimo Navarra. Una storia terribile che passa dall’odio profondo per i colpevoli della strage argentina e della soppressione nei campi, all’amore incontrollabile, improvviso, che sfugge ad ogni controllo e fa perdere il senso della realtà e della giustizia. Un uomo ed una donna, irrimediabilmente stretti nella morsa di Eros e Thanatos, abbandonati nelle mani di un destino crudele, che tirerà le fila della loro storia fino al tragico ed inevitabile epilogo.

Il saluto che lasciano Officinateatro & Co. al loro pubblico è duro, asfissiante, drammatico, come altrimenti non poteva essere. L’obiettivo strategico del progetto militare era la distruzione del passato. Ma il passato non scompare, resta, non passa mai perché è già passato. E questo adesso, grazie ad Argentina Hijos tour, lo sa anche chi c’è stato.